Mae Nam Khong significa in lingua Lao “Madre Acqua” ed è da dove trae il nome il fiume Mekong.
D’importanza inestimabile, se si pensa che è grazie al Mekong che Angkor è stata costruita, e fonte di innumerevoli leggende, il fiume assume nomi diversi in base al paese che attraversa.
Viene chiamato Lancan Jiang (fiume turbolento) nella provincia cinese di Yunnan, Mae nam Khong in Laos, Thailandia e Birmania, Tonle Than (grandi acque) in Cambogia e Cuu Long (nove dragoni) in Vietnam.
Si pensa che Marco Polo fu il primo a posarvi lo sguardo nel XIII secolo mentre il missionario Padre Gaspar da Cruz fu il primo europeo a navigarlo.
Il Mekong nasce dall’altopiano del Tibet ma la sorgente non è di facile individuazione, per questo la lunghezza non è certa ed è stimata tra 4,350 e 4909 km. Prosegue poi nella provincia cinese Yunnan, si snoda in Laos, Birmania, Thailandia dove crea un confine naturale. Le cascate di Khone Falls segnano il confine con la Cambogia, dove il percorso del fiume continua fino a gettarsi nel mare cinese meridionale attraverso il Vietnam creando panorami mozzafiato nel suo delta.
Il Mekong sostenta una popolazione di circa 240 milioni di persone sparse in sei nazioni, 90 milioni di esse dipendono direttamente dalle sue acque. Grazie proprio alla generosa quantità di acqua, le zone vicine al fiume sono ottime per la pesca e la coltivazione del riso, mentre le zone navigabili sono importanti per il trasporto di merci e persone.
Tonle Sap, il lago di acqua dolce più grande dell’Asia e situato in Cambogia, è forse uno dei miglior esempi dell’importanza del “Grandi Acque”. Il lago è connesso al Mekong tramite un piccolo fiume, chiamato anch’esso Tonle Sap, ed è l’irrigatore principale per metà dei raccolti di tutta la Cambogia, nonché il maggior fornitore di proteine grazie alla pesca ed uno snodo nevralgico per il trasporto.
Nell’era di Angkor, il Tonle Sap fu per i Khmers quello che il Nilo fu per gli Egiziani: un’incredibile risorsa per produrre grandi monumenti e creare una cultura leggendaria.
Durante la stagione secca, i Khmer utilizzavano il basso livello delle acque per irrigare il raccolto riuscendo ad ottenerne anche tre in un anno, mentre durante la stagione delle piogge le inondazioni creavano canali navigabili utilizzati per trasportare i materiali necessari per la costruzione di Angkor.
In Laos, il Mekong corre da nord a sud per 1800 km, dal triangolo d’oro a Houay Xay, Pakbeng, Luang Prabang, Vientiane fino alla zona delle 4000 isole. Con i suoi 1600 km navigabili è una delle rotte di comunicazione più lunga del Paese.
I francesi scelsero il Mekong come confine con la Thailandia, a Vientiane il ponte dell’amicizia collega i due paesi.
Le cascate Khone Falls sono la ragione per cui il fiume fu uno degli ultimi ad essere esplorato. I pesci infatti possono facilmente risalire le cascate ma non le imbarcazioni. La zona è una delle più belle e selvagge del Laos, le rapide e le cascate formano un panorama di incredibile bellezza.
Il Mekong è chiamato la ciotola di riso del Vietnam visto che le fertili zone del delta forniscono il 50% dei prodotti agricoli del paese. Il delta è anche il fulcro della cultura vietnamita ed una delle arterie maggiori per il trasporto di merci e persone, molte delle quali si spostano in barca e lavorano nei mercati galleggianti. Molte barche sono condotte da donne con i cappelli a forma conica che remano stando in piedi! Le donne dominano i mercati di zona e il commercio.
Visitando uno dei paesi attraversati dal Mekong è d’obbligo passare almeno una giornata in barca: è questo il modo migliore per ammirarne appieno la bellezza.
Del resto “Il Mekong è il fiume più bello e selvaggio della Terra” annotava Marguerite Duras
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