Il tempo delle vacanze si avvicina e le richieste di informazioni sulla Birmania aumentano sempre più. Le domande che ci vengono rivolte più frequentemente sono: è possibile visitare parte del paese in sole 2 settimane? Quali località o attrazioni sono imperdibili?
La risposta alla prima domanda è “sì, è possibile”, mentre la risposta alla seconda potete trovarla nelle righe che seguono. Abbiamo studiato un itinerario in Birmania che copre le mete imperdibili pur mantenendo il nostro spirito del viaggiare lentamente.
Il viaggio in Birmania è a noi particolarmente caro. Abbiamo assistito al cambiamento del paese da quando era ancora chiuso al turismo, il numero dei viaggiatori si contava sulle dita di una mano, non c’erano sim card e nemmeno internet, fino al Myanmar odierno aperto ai viaggiatori, una delle mete turistiche oggi più gettonate, dove si possono trovare molte comodità dell’era moderna. Per fortuna alcune cose sono rimaste uguali: la popolazione non è cambiata più di tanto, le persone sono aperte e socievoli e la criminalità è quasi inesistente.
Il titolo del nostro viaggio rende l’idea di cosa andremo a vivere e scoprire: albe e tramonti emozionanti avvolti da cultura e spiritualità. Durante il viaggio ci serviremo di diversi mezzi di trasporto: treno, volo interno, barca, auto. Anche la bici elettrica sarà una preziosa alleata.
Viaggio in Birmania: le tappe dell’itinerario
Yangon
Il viaggio inizia da Yangon dove atterra la maggior parte dei voli intercontinentali. Per molti turisti questa città è solo un passaggio obbligato verso altre mete, invece secondo noi merita una visita approfondita. Non sono poche le attrazioni che offre, a cominciare dalla Shwedagon Pagoda: un luogo di pace dove la spiritualità si mescola con strepitosi tramonti. La luce del calar del sole rende l’atmosfera ancora più mistica e in un certo senso surreale.
La città va visitata a piedi con una sosta al centro presso il lago Kandawgi, altro luogo dove regnano pace e tranquillità. Da qui la vista della pagoda è strepitosa, e non meno emozionante è il maestoso palazzo galleggiante Karaweik con le sue decorazioni dorate che si riflettono nelle acque del lago.
Un’altra sosta d’obbligo è presso una tea house, il luogo di ritrovo per eccellenza dei birmani, gente sempre disponibile a fare due chiacchiere con i viaggiatori.
Roccia d’oro
La roccia d’oro è una della immagini simbolo della Birmania: è un gigantesco masso ricoperto di colore oro, poggiato non si sa come in bilico su una montagna. Si dice che riesca a mantenere questo precario equilibrio e a non cadere mai solo grazie ad un capello del Buddha che lo sostiene. Sarà vero? Lo scopriremo!
Da Kalaw al lago Inle
Il viaggio prosegue in una Birmania più rurale con tre giorni di trekking da Kalaw al lago Inle. Il percorso è lungo ma abbastanza facile: ci addentriamo nei luoghi dell’etnia Shan (e non solo) ed avremo la possibilità di entrare in contatto con uno scorcio di vita quotidiana della popolazione. Resterete senza parole di fronte alla bellezza dei variegati panorami di risaie e montagne dove vivono diverse comunità locali.
In Birmania convivono molte etnie, ciascuna con cultura e tradizioni proprie: ciò che purtroppo spesso le accumuna è l’indigenza. Molte comunità si vendono al turismo per sopravvivere ma non è il caso di quella presso cui soggiorneremo. Grazie ad un progetto di turismo solidale portato avanti dalla nostra agenzia locale i proventi derivati dal nostro viaggio andranno in gran parte alla comunità stessa. Inoltre gli alloggi rispecchiano la tipicità del luogo (con qualche accorgimento per noi viaggiatori occidentali), mangeremo con la gente del posto e ascolteremo le loro storie.
Arriveremo poi al lago Inle, una delle attrazioni turistiche più famose della Birmania: qui un tempo le strutture ricettive si contavano sulle dita di una mano, mentre oggi c’è ampia scelta di alloggi per i turisti. D’altronde proprio non si può non visitare questo luogo incantevole e farsi cullare dalle acque del lago.
Ancora oggi la vita in questa zona della Birmania si svolge sulle acque del lago: scuole, templi, negozi, orti, tutto è galleggiante e il paesaggio sembra un quadro vivente. In zona sorgono quattro villaggi abitati dall’etnia Inta, famosi per pescare e remare su una gamba sola.
Per apprezzare al meglio il lago ci prenderemo un po’ di tempo per capire come funziona il sistema di coltura degli orti galleggianti. Saliremo poi la lunga scalinata che porta agli splendidi stupa dorati, alla Shew Inn Thein pagoda, e al monastero del gatti che saltano. Ci resterà il tempo per visitare i laboratori artigianali di sigari birmani.
Mandalay e Amarapura
Dopo i ritmi lenti delle comunità rurali, la modernità di Mandalay sarà un’autentica sorpresa. Il punto migliore da cui osservare il brulicare della frenetica vita cittadina è il punto panoramico di Mandalay Hill.
Fedeli al titolo del nostro viaggio ci sposteremo di poco per visitare una vecchia capitale storica che ridona pace. Amarapura, il cui nome significa “città dell’immortalità”, è stata la penultima capitale del Myanmar prima della conquista inglese. È conosciuta per l’U- Bein bridge, il ponte pedonale in legno di teak più lungo al mondo.
Ci sveglieremo presto ma ne vale la pena: è infatti all’alba che si sprigiona la bellezza dei paesaggi circostanti. Con una breve gita in barca arriveremo a Mingun, famoso per la sua enorme campana e per la pagoda mai ultimata che sarebbe dovuta diventare la più grande del mondo.
Bagan
Cultura, spiritualità, albe e tramonti si fondono insieme nella mistica Bagan.
La piana di Bagan è disseminata di migliaia di pagode. Purtroppo molte sono andate distrutte nel corso dei secoli perlopiù a causa dei terremoti ma ciò che rimane è sufficiente per far gonfiare d’emozione anche il cuore più insensibile. L’alba vista dall’alto di una delle tante pagode è uno spettacolo unico decantato da Tiziano Terzani in uno dei suoi libri. E il tramonto non è da meno!
Bagan è anche il punto di partenza ideale per visitare il monte Popa e fare la conoscenza dei simpatici spiritelli Nat. Una scalinata di circa 800 scalini porta alla vetta dell’olimpo degli dei!
Il viaggio si conclude dove era iniziato a Yangon, non senza aver ancora un po’ di tempo per coprire nuovi angoli della città.
Viaggio in Birmania “cultura e spiritualità dal tramonto all’alba”: info pratiche
Il nostro itinerario di viaggio in Birmania “Cultura e spiritualità dal tramonto all’alba” è adatto a singoli viaggiatori, coppie e gruppi di amici.
Il periodo migliore per questo tipo di viaggio in Birmania va da ottobre a maggio. Con qualche accortezza o lieve variazione nel programma l’itinerario si può svolgere anche in altri mesi.
Per conoscere l’itinerario dettagliato e i costi e per avere altre informazioni contattateci.
Seguici sui Social